martedì 13 maggio 2008

Lecture di Ryue Nishizawa

19 aprile 2008 - ore 15:30

Università degli Studi ROMA TRE - Facoltà di Architettura
Via della Madonna dei Monti, 40 - Roma Aula Urbano VIII




L’autonoma attività dell’Office di Ryue Nishizawa, parallelamente a quella condotta altrettanto autonomamente dall’Office dell’architetto Kazuyo Sejima, si affiancano (a partire dal 1997) alla prolifica attività svolta insieme - da Sejima e Nishizawa - nello studio SANAA & Associates.

Produzioni autonome o associate che, pur nelle sottili differenze rilevabili da un’attenta osservazione delle opere prodotte da questi ‘tre studi-office’ di architettura, fanno comunque emergere sottili analogie e affinità. Analogie e affinità che, non a caso, hanno infatti contribuito alla nascita dello Studio SANAA.

Molteplici sono le ragioni che ci hanno spinto ad invitare nella nostra Facoltà di Architettura, per una Lecture, l’architetto Ryue Nishizawa. Non solo il progressivo successo per i meriti professionali raggiunti singolarmente da Nishizawa, e collettivamente dallo Studio SANAA, che sempre più raccolgono riconoscimenti non esclusivamente nazionali (in Giappone) ma ormai anche internazionali (negli USA o in vari paesi europei, ad esempio) ma anche - o soprattutto - per l’eleganza, per la sobrietà, per il rigore geometrico, per la purezza volumetrica e per le raffinate, discrete ma sensibili soluzioni tecnologiche: insomma, per l’apparente immaterialità - quasi metafisica - delle architetture di Ryue Nishizawa o dello Studio SANAA.

Anche attraverso l’impiego di materiali diversi (legno, acciaio, cemento, ecc.), in occasioni diverse, emerge la costante attenzione - come ha avuto occasione di affermare lo stesso Nishizawa - verso la “coerenza”, la “consistenza”, “…facendo sempre la stessa cosa”, con una particolare preoccupazione rivolta a “creare una relazione tra esterno e interno”: una ricerca di “proporzione” che non va intesa nel senso di una astratta “buona proporzione” - come ha sostenuto Kazuyo Sejima - ma nel senso della “misura” e se, o come, questa ‘misura’ si adatta a un’area di progetto.

Un’architettura, la cui qualità quasi onirica - e apparentemente immateriale - rinuncia al superfluo per inserirsi in quella tradizione che ha fatto del “minus dicere” un “maximum dicere”.



Tornano in proposito alla mente, aforismi famosi quali quello di un carpentiere inglese del XVIII secolo - William Halfpenny - che riportava nel frontespizio di un suo manuale costruttivo la frase latina “Magnum in parvo”, come pure aforismi arcinoti quale quello di Mies van der Rohe “Less is more” o avvertimenti apodittici, circa la ‘delittuosità’ di un uso immotivato di ‘ornamenti’, lanciati da Adolf Loos.
Insomma sembra proprio che le architetture di Ryue Nishizawa o quelle dello Studio SANAA diano corpo ad un altrettanto stimolante aforisma enunciato dallo scrittore e filosofo austriaco del primo Novecento, Hugo von Hofmannsthal: “La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie”.

 

Foto di Micaela Antonucci, Maurizio Gargano, Claudia Margaroli.       

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