lunedì 31 marzo 2008

Programma

Miti, figure e linguaggi della modernità

  1. Prolusione
    “Verso il Barocco” (il Vecchio e il Nuovo – l’Antico e il Moderno)
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  2. Città e architettura nel XVII secolo: il concetto di “barocco”
    La Roma di Pietro da Cortona (1596-1669), Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) e Francesco Borromini (1599-1667) a confronto con alcune emblematiche esperienze italiane ed europee
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  3. Il XVIII secolo: l’architettura nel “secolo dei lumi” tra ‘rinascite’ e ‘rivoluzioni’
    “Eclettismo” e “Revival”: vischiosità del ‘moderno’.
    La Gran Bretagna e l’Italia: ‘modernità’ del “neopalladianesimo”.
    Roma e Londra: da Piranesi (1720-78) a Robert Adam (1728-92) e John Soane
    (1753-1837).
    La Francia: da Etienne-Louis Boullée (1728-99) e Charles-Nicolas Ledoux (1736-1806) a Jean-Louis-Nicolas Durand (1760-1834).
    La Germania: Karl Friedrich Schinkel (1781-1841) e Leo von Klenze (1784-1864).
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  4. Il XIX secolo: dalla forma della città alla metropoli
    Parigi: dalla “ville classique” al piano di Haussmann (1853).
    Barcellona: il “plan Cerdà” (1859).
    La Vienna degli Asburgo, la creazione del Ring (1857).
    Londra: dagli “Squares” del XVIII secolo alle sistemazioni di J. Nash (1812-27).
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  5. La ‘modernità’ del XIX secolo: architettura e ingegneria,
    nuovi materiali e imprenditoria
    I ponti di ferro e i primi edifici con strutture in ghisa, acciaio e vetro: Crystal Palace (1851) e la Torre Eiffel (1889).
    La Biblioteca di Saint-Geneviève e la Biblioteca Nazionale di Parigi di Henry Labrouste (1801-75).
    Eugène Viollet-le-Duc (1814-79).
    William Morris (1834-96) e le Arts and Crafts.
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  6. “Novità” e “Modernità”: l’Art Nouveau nelle varie accezioni
    (Secession, Liberty o Floreale, Modernismo, Jugendstil)
    Darmstadt e l’opera di Joseph Maria Olbrich (1867-1908).
    Le prime architetture di Victor Horta (1861-1947).
    Le teorie di Henri Van de Velde (1863-1957).
    Il modernismo di Antoni Gaudì (1852-1926).
    La diffusione dell’Art Nouveau: Hector Guimard; Charles Rennie Mackintosh; Joseph Hoffmann (da Palazzo Stoclet a Casa Skywa).
    La Secession viennese.
    Gustav Klimt: i dipinti del Burgtheater di Vienna; le opere secessioniste e la serie dei ritratti.
    La costruzione ‘moderna’ nell’opera di Otto Wagner (1841-1918): Landerbank, l'architettura del ferro e vetro, l'Ankerhaus, la Maiolikahaus; la chiesa am Steinhof; la Postparkasse; il piano regolatore di Vienna e la seconda villa Wagner.
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  7. La ‘modernità’ nella teoria e nell’architettura di Adolf Loos (1870-1933)
    Gli scritti: da La moda maschile a Ornamento e delitto; dal Mastro sellaio a Il principio del rivestimento ecc.
    Le opere: monumento e architettura, funzionalismo e “raumplan”: dall’edificio sulla Michaelerplatz alle varie case e ville (Steiner, Sheu e Tzara: 1910-26).
    Dal Caffè Museum (1899) al progetto per il Chicago Tribune (1922).
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  8. La ‘modernità’ nell’architettura degli USA e gli esordi di F.L. Wright (1869-1959)
    Da H. H. Richardson (1838-86) a Louis Sullivan (1856-1924): la “Scuola di Chicago” e i primi grattacieli in calcestruzzo armato e in acciaio.
    La teoria e le opere di Sullivan: dal Guaranty Building (1895) alla Farmer’s and Merchant’s Union Bank (1919).
    Gli esordi di Frank Lloyd Wright con le “prairie houses” (Casa Willits, Martin, Robie ecc.) e il percorso dalla “pianta libera” all’architettura organica e al ruolo delle innovazioni tecnologiche (dal Larkin Building, 1904, al Johnson Wax, 1939).
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  9. Le avanguardie artistiche del XX secolo e l’architettura
    Il Futurismo: il manifesto di F. T. Marinetti e il manifesto sull’architettura di Prampolini.
    Le architetture di Antonio Sant’Elia (1888-1916).
    L’espressionismo: l’opera di Erich Mendelsohn (1887-1953); la Grosses Schauspielhaus di Hans Poelzig (1869-1936); il Goethenaum di Rudolf Steiner (1861-1925); il quartiere Eigen Haard di Michel de Klerk (1884-1923) ad Amsterdam.
    Il Costruttivismo russo.
    De Stijl: Theo Van Doesburg, Piet Mondrian, Casa Schröder di Gerrit Rietveld, Casa Henny di Van’t Hoff.
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  10. Architettura e industria. L’uso ‘moderno’ del cemento armato
    Verso i ‘maestri’: da Peter Beherens (1868-1940) e Auguste Perret (1874-1954) a Walter Gropius (1883-1969), Frank Lloyd Wright (1869-1959), Le Corbusier (1887-1965), Mies van der Rohe (1986-1969).

    Peter Behrens e la fabbrica AEG a Berlino (1908-9).
    Le prime opere di Walter Gropius: la fabbrica Fagus (1911), la fabbrica modello dell’Esposizione del Werkbund a Colonia (1914), il monumento ai caduti di Weimar
    (1920-22).
    Il concorso per il Chicago Tribune (1922) e i primi grattacieli americani. L’industrializzazione dell’edilizia e l’influenza sul metodo di progettazione.
    Il Bauhaus a Weimar (1919-24), Dessau (1925-32) e Berlino (1932-33).
    Auguste Perret e il calcestruzzo armato: casa in rue Franklin; Casa Cassandre;
    la chiesa a LeRaincy; il Museo dei Lavori pubblici a Parigi.
    Le Corbusier e l’Esprit Nouveau.
    La casa come macchina: Casa Dom-ino, casa Citrohan, le case al Weissenhof.
    La ricerca della forma pura: villa Stein e villa Savoye (1929-31).
    Il padiglione svizzero nella città universitaria di Parigi.
    Prime opere di Mies van Der Rohe: il progetto di casa in mattoni (1923) e l’uso espressionista del vetro nei grattacieli del 1921-22.
    La ‘pianta libera’ del padiglione tedesco per l’Esposizione di Barcellona (1929) e la villa Tugendhat (1930).
    Gli studi per la taylorizzazione della produzione edile: dal quartiere Dessau-Törten
    (1926-28) alla ‘prefabbricazione’ (Esposizione di Stoccarda del 1927).
    I progetti urbanistici di Gropius: quartieri Dammerstock-Karlsruhe (1927-29) e Siemensstadt-Berlino (1929-30); la teorizzazione della “casa alta”.
    L’industrializzazione dell’edilizia al Weissenhof di Stoccarda (1927).
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  11. La modernità dell’architettura ‘razionalista’, ‘funzionalista’ e ‘organica’
    L’esposizione sull’International Style a New York del 1932.
    Razionalismo e Funzionalismo.
    Richard Neutra (1892-1970): casa Lovel a Los Angeles.
    Alvar Aalto (1898-1976): il sanatorio di Paimio (1929-33).
    Il razionalismo in Italia: Giuseppe Terragni (1904-43); Adalberto Libera (1903-63); Alberto Sartoris (1901-98).
    La ricerca dell’architettura organica nell’opera di Frank Lloyd Wright dalla Casa Kaufmann (1936) al Guggenheim Museum di New York (1946-59).
    Mies van der Rohe: l’architettura in acciaio e vetro (Complesso dell’ IIT di Chicago; Casa Farnsworth; Galleria Nazionale di Berlino).
    Dal Concorso per il Chicago Tribune nel 1922 ai grattacieli di New York degli anni ’30 (l’Empire State Building e il Rockfeller Center): il tema del grattacielo in Mies fino al successo del Seagram Building di New York.
    Walter Gropius in USA: Graduate Center dell’Harvard University, Cambridge, Massachusetts (1948-1950); Edificio Pan Am, New York (1958-1963).
    Architettura, urbanistica, scultura e pittura nell’opera di Le Corbusier: il piano di Algeri,
    l’Unità d’abitazione di Marsiglia, la Ville Radieuse, Chandigarh, la cappella di Ronchamp, il convento di Sainte-Marie-de-la-Tourette, l’Ospedale di Venezia.
    Oltre il ‘razionalismo’: dalla ricerca di Alvar Aalto (Senior Dormitory di Cambridge,
    1947-48; chiesa di Imatra,1947-53; edificio a torre di Brema, 1958-62) alla teoria e l’opera di Louis I. Kahn (1901-74).
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  12. L'Italia nel XX secolo
    L’Italia tra le due guerre: “razionalismo” vs. “tradizionalismo”.
    Architettura nazionale e architettura di regime in epoca fascista.
    Il secondo dopoguerra: la ricostruzione e i quartieri Ina-Casa.
    Gli architetti: Nervi, Quaroni, Scarpa, De Carlo, Rossi, Ridolfi, Fiorentino, Michelucci, Savioli.
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  13. Dopo i cosiddetti “pionieri del Movimento Moderno” (N. Pevsner, 1926): verso la ‘modernità’ delle correnti nazionali e internazionali dalla seconda metà del XX secolo fino all’inizio del XXI secolo
    Il “Post Moderno”.
    L’“High Tech”.
    Il “Decostruttivismo”.
    La cosiddetta “rivoluzione digitale".
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  14. Conclusioni